Michael Krön entra nella stanza dei bottoni dell’Eurovision: l’Austria piazza il suo uomo al Reference Group

Il conto alla rovescia per l’Eurovision 2026 è iniziato e l’Austria gioca subito la sua carta più pesante: Michael Krön, l’uomo che tirerà le fila dell’edizione austriaca, entra ufficialmente nel Reference Group. Tradotto: adesso, oltre a produrre lo show, potrà anche sedersi al tavolo dove si decide tutto… ma proprio tutto.
Il Reference Group, per chi ancora non lo sapesse, è il club ristretto dove si stabilisce come sarà il futuro della kermesse: dalle regole al look, dai soldi alle strategie per far parlare del contest anche nei Paesi che fingono di snobbarlo. E con Krön a rappresentare l’ORF, l’Austria può dire la sua fin dall’inizio.
Il nuovo volto del potere eurovisivo
Non è un caso che il gruppo sia ora al completo proprio mentre ci si avvicina a un’edizione storica, la numero 70. Oltre a Krön, al tavolo siedono volti noti di RTVE, SVT, SRG SSR, RTP, DR, AVROTROS, HRT e AMPTV. Un mix di veterani e “new entry” che, riunendosi quattro o cinque volte l’anno, decidono tutto: dai grandi piani strategici fino a chi deve preparare più caffè durante le prove.
Un ruolo che vale oro
Per l’ORF, avere Krön nel Reference Group significa poter plasmare l’Eurovision a propria immagine e somiglianza, garantendo che il 2026 parli austriaco… almeno nella regia e nella scenografia. E se conoscete gli standard austriaci, sapete che non si accontentano di un palco qualunque: aspettatevi precisione, eleganza e qualche colpo di teatro.
Perché ce ne importa
Perché ogni volta che cambia la composizione del Reference Group, cambia anche un pezzo di Eurovision. E con un produttore esperto come Michael Krön a bordo, l’edizione 2026 rischia di essere non solo impeccabile, ma anche leggermente più “made in Austria” del previsto.
Fonte: EBU