Eurovision 2026: il nuovo sito è online, ma dietro le quinte si gioca una partita molto più grande

Eurovision ha cambiato casa. E no, non è solo un restyling carino con due pulsanti in più. Da oggi il concorso ha un nuovo quartier generale digitale: eurovision.com. Un dominio più corto, più ambizioso, più “global”. Il vecchio eurovision.tv? Destinato a sparire tra pochi giorni, come una vecchia scenografia dimenticata in magazzino.
Ufficialmente si tratta di un aggiornamento tecnico: nuova grafica, maggiore accessibilità, database completo delle 70 edizioni, integrazione dell’app e dei progetti collaterali. In pratica, è un modo molto elegante per dire che l’Eurovision sta cercando di reinventarsi. Di nuovo.
E nel frattempo apre anche la registrazione ai biglietti per Eurovision 2026 a Vienna.
Ma ovviamente niente è mai così semplice.
Per poter anche solo pensare di acquistare un biglietto, bisogna creare un Eurofan account su eurovision.com. Questo profilo dà accesso a contenuti esclusivi, merchandising, privilegi vari… e soprattutto è obbligatorio per entrare nella fase di prevendita.
Una volta creato l’account, bisogna registrarsi anche sul sito del partner ufficiale dei biglietti, usando la stessa email. Poi si aspetta, come a un casting, un’email di conferma a gennaio. Solo chi viene “selezionato” riceverà un codice per poter comprare fino a quattro biglietti a persona.
Sembra una caccia al tesoro più che una vendita di biglietti.
La vera miccia, però, non è il processo in sé. È una frase apparentemente innocua contenuta nella mail di registrazione: “around 35 participating countries”.
Circa 35 paesi. Solo 35.
Un numero bassissimo per un Eurovision moderno, e lo sappiamo tutti. Se fosse confermato, sarebbe il contest più piccolo dal 2004. Un’Eurovision in versione ridotta, mentre tutto il resto del mondo è più connesso che mai. Un paradosso perfetto.
Le ipotesi sono due: o si tratta di una stima prudente, una base minima in attesa della lista definitiva… oppure è il primo segnale concreto di un’edizione segnata da ritiri, incertezze e decisioni ancora sospese.
Perché, diciamolo chiaramente: dietro a questo numero c’è la geopolitica. Alcuni paesi hanno già fatto sapere che non vogliono partecipare in determinate condizioni. Altri stanno aspettando le decisioni ufficiali di dicembre. Tutti hanno tempo fino al 10 dicembre per ritirarsi senza penali.
E proprio all’inizio di dicembre, durante l’assemblea generale dell’EBU, si capirà finalmente chi resta e chi sparisce dal tabellone di Vienna 2026.
Se davvero i partecipanti saranno solo 35, non sarà solo un dato statistico. Sarà un messaggio politico, culturale e mediatico potente.
Meno bandiere in gara, più tensione fuori dal palco.
Il nuovo sito parla di futuro, di accessibilità, di community globale. Ma sotto la superficie patinata, Eurovision 2026 sembra già una delle edizioni più delicate e controverse degli ultimi vent’anni.
La musica sta per tornare.
Ma il vero spettacolo, per ora, resta nelle mani dei dirigenti, dei voti e delle decisioni che arriveranno… lontano dalle telecamere.
Source: Eurovision.com/EurovisionFun