Sanremo rischia di stonare: la FIMI striglia il Comune e difende la Rai

Carlo Conti, direttore artistico del Festival, con Bianca Balti e Cristiano Malgioglio.

In un Paese dove la musica è cultura, spettacolo e a volte anche politica, il Festival di Sanremo rischia di trovarsi… senza colonna sonora.
La FIMI, la Federazione dell’Industria Musicale Italiana, ha preso posizione in modo netto contro il Comune di Sanremo, colpevole — secondo il settore — di non fare abbastanza per sostenere economicamente e logisticamente l’evento musicale più iconico d’Italia.

A parlare è stato il CEO di FIMI, Enzo Mazza, dopo un incontro con il nuovo amministratore delegato della Rai, Giampaolo Rossi:

«Abbiamo convenuto sulla centralità del servizio pubblico e dell’industria musicale all’interno del Festival. È ora che anche il Comune se ne renda conto.»

Senza discografia, solo i fiori

Mazza non usa giri di parole. Se il Festival funziona, è anche (o soprattutto) merito delle case discografiche, dei produttori, degli autori e degli artisti.
E se non c’è una chiara volontà di riconoscere — anche economicamente — questo contributo, la partecipazione dell’industria musicale non è affatto garantita.

Non è la prima volta che il dirigente lancia l’allarme. Già lo scorso aprile aveva dichiarato che:

«Il prossimo Festival dovrà prevedere un rimborso economico consistente per le imprese partecipanti. Senza la discografia sul palco di Sanremo, resterebbero solo i fiori. Il Festival senza la musica è una scatola vuota.»

Non servono spiegazioni ulteriori.

Il Festival costa. Anche quello vero.

L’appello di FIMI non è solo simbolico. Si chiede un impegno serio da parte delle istituzioni locali per garantire strutture, supporto economico e condizioni sostenibili a chi fa Sanremo, dietro e davanti le quinte.

E no, non basta l’ospitalità ligure e un mazzo di ranuncoli.

Rai e FIMI accordate. Il Comune? Un po’ fuori tempo.

Con Sanremo 2026 sempre più vicino, il clima si scalda dietro le quinte. Rai e FIMI suonano all’unisono, ma il Comune sembra andare a tempo di un’altra canzone — meno intonata e decisamente meno moderna.

Se non si trova presto un accordo, Sanremo rischia di presentarsi in prima serata con un palco da sogno, ma senza chi lo fa vivere davvero: la musica.

Fonte: Davide Maggio

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