Sanremo, o te dai una mossa o ti salutiamo: l’ultimatum (serissimo) della RAI al Comune

Quest’anno Sanremo è andato in onda dal 11 al 15 febbraio

Altro che clima disteso. Dietro i sorrisi di circostanza e le strette di mano tra la RAI e il Comune di Sanremo, si cela un nodo piuttosto ingombrante: se non arrivano risposte concrete entro agosto, il Festival della Canzone. Italiana potrebbe emigrare altrove. Già, avete letto bene.

Negli scorsi giorni, Giampaolo Rossi (AD RAI) ed Enzo Mazza (CEO di FIMI) hanno discusso di infrastrutture, soldi e… pazienza esaurita. Ecco il sunto: la RAI è stanca di sborsare milioni, di elemosinare convenzioni con hotel locali (spesso pieni o carissimi), e di mandare staff e artisti a dormire a Nizza — roba da Eurovision, non da Riviera dei Fiori.

Come se non bastasse, la questione Palafestival — il fantomatico teatro promesso dal 1995 e mai costruito — è tornata prepotentemente in scena. Il Teatro Ariston è iconico, sì, ma anche «angusto», per dirla con le parole dei tecnici RAI.

La macchina del Festival dovrebbe partire a settembre, ma senza certezze logistiche ed economiche, rischia di restare in garage. Il Comune, dicono da Viale Mazzini, ha incassato per anni senza mai condividere davvero i costi. E ora il bluff potrebbe saltare.

RAI e FIMI non scherzano: se non si sblocca il bando entro agosto, Sanremo potrebbe diventare un format esportabile. Con tecnologie, artisti, sponsor e visibilità, la televisione pubblica può tranquillamente farlo da un’altra parte. E questa volta, non è solo una minaccia estiva.

Nel frattempo, oggi si tiene l’ultimo Cda RAI prima della pausa estiva. C’è da scommettere che il Festival sarà in cima all’ordine del giorno.

Fonte: Affari Italiani

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