Sanremo 2026: la Rai è sola in gara… e vince (ovviamente)

Sorpresa! Ma anche no. Dopo settimane di silenzi, occhiatacce e protocolli firmati con la penna scarica, la Rai si è aggiudicata – senza colpo ferire – l’organizzazione del Festival di Sanremo per i prossimi tre anni. La Commissione comunale ha aperto la famosa busta: dentro c’era un’unica proposta. La loro. E andava pure bene. Magia.

Il sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, si è detto soddisfatto: «L’offerta della Rai rispondeva ai requisiti richiesti, quindi la sua partecipazione è stata dichiarata ammissibile». Detto tra noi: difficile respingere l’unico invito alla festa.

E ora che succede?

Secondo Mager, si passa alla valutazione tecnica, che sarà (si spera) rapida. Poi si aprirà la fase di negoziazione diretta, dove Comune e Rai dovranno – citiamo – «riallacciare i rapporti», evidentemente un po’ arrugginiti dopo mesi di silenzio stampa.

Nel frattempo, la Rai ha già messo il piede sull’acceleratore con Carlo Conti, chiamato a riportare la nave all’Ariston dopo il quinquennio Amadeus. Il Sindaco ha elogiato Conti pubblicamente, come a dire: iniziamo bene, dài.

Un Sanremo da blindare

La procedura pubblica è stata avviata dopo una decisione del Consiglio di Stato, che ha stabilito la necessità di una gara trasparente per l’assegnazione del Festival. Ma la trasparenza non implica sempre la competizione: in questo caso, la Rai era sola al ballo, e ha vinto con lo smoking stirato.

Mager ha chiarito: «Era fondamentale mantenere riservatezza e imparzialità, data la rilevanza economica dell’evento». Tradotto: no spoiler, no influenze, no caffè con i dirigenti Rai fino a procedura chiusa.

Conclusione? Allacciate le cravatte (nere)

Se tutto va come deve andare, la Rai tornerà ufficialmente a casa, nell’Ariston, pronta a organizzare le edizioni 2026, 2027 e 2028. Con o senza fiori, con o senza polemiche. Ma con tanta musica, show e – come sempre – una pioggia di share.

La vera notizia? Nessuno ha osato sfidare mamma Rai. Sanremo resta in famiglia. E per ora, va bene così.

Fonte: ANSA