Eurovision 2026: Israele resta in gara, Vienna tira un sospiro di sollievo

Dopo settimane di tensioni, lettere riservate e riunioni d’emergenza degne di un Consiglio dell’ONU, arriva la notizia che tutti aspettavano (o temevano): Israele parteciperà all’Eurovision Song Contest 2026.
E soprattutto: si farà a Vienna, come previsto.
Il voto segreto che non si farà più
Tutto era pronto per il 15 novembre: un voto segreto tra i 68 membri dell’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU), richiesto da un fronte sempre più ampio di emittenti – Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, Slovenia, Islanda e persino la BBC– per decidere l’esclusione d’Israele.
Dietro le quinte, molti davano già per certa la maggioranza a favore del “no”.
E invece, colpo di scena: la votazione è stata annullata.
Motivo? La liberazione di venti ostaggi israeliani da parte di Hamas, dopo 738 giorni di prigionia. Un evento che ha innescato un nuovo, fragile processo di pace… e riportato un po’ di ossigeno anche all’Eurovision.
Vienna salva, l’ORF pure
Per l’ORF, la tv pubblica austriaca, era in gioco molto più di una canzone.
Un eventuale boicottaggio avrebbe significato la cancellazione del concorso, una penale di 40 milioni di euro e perdite milionarie per la città di Vienna, già pronta a ospitare il pubblico, i turisti e — inutile negarlo — una buona fetta di economia locale.
Ora invece, nelle stanze del Küniglberg, si respira aria di sollievo: il 70º Eurovision Song Contest si farà, Israele incluso.
«Il Song Contest deve unire, non dividere», ha dichiarato raggiante Roland Weißmann, direttore generale dell’ORF, che non ha mai nascosto la sua posizione filopartecipativa.
JJ, l’ecatombe mancata
La tensione aveva raggiunto il culmine lo scorso maggio, quando JJ, vincitore dell’edizione 2025, aveva invocato l’esclusione d’Israele in diretta tv, scatenando un putiferio politico e mediatico.
Da quel momento, l’EBU era finita sotto pressione, mentre l’ORF si trovava schiacciato tra la politica interna e la diplomazia internazionale.
Ma oggi, lo scenario si ribalta: JJ prepara il nuovo singolo, Israele resta in gara, e Vienna mette lo spumante in frigo.
L’ORF sceglie il realismo
Fonti interne confermano:
«L’esclusione d’Israele non è più sul tavolo.»
Traduzione: l’Austria non vuole rinunciare al suo show, né alla sua reputazione.
Dopotutto, tra i diritti tv, i pacchetti turistici e le sponsorizzazioni, il “festival della fratellanza europea” è anche un affare economico colossale.
E l’ORF, fedele al motto “spettacolare ma parsimonioso”, non ha alcuna intenzione di rinunciare al palco della Stadthalle.
Fonte: Kroner Zeitung