Eurovision 2026: addio di Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia dopo il via libera a Israele

L’Assemblea generale dell’UER ha confermato la presenza di Israele a Vienna 2026. La conseguenza è stata immediata: Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato il ritiro totale dal concorso e dalla trasmissione televisiva.
1. Spagna: rottura istituzionale
RTVE ha definito « insufficienti » le misure dell’UER e ha denunciato l’assenza di sanzioni reali contro KAN. Madrid sostiene che il festival non può più essere definito culturalmente neutrale. Nessuna messa in onda, né finali né semifinali.
2. Paesi Bassi: valori prima dello spettacolo
AVROTROS ha concluso che la partecipazione non è compatibile con i principi pubblici della radiodiffusione. Tra i motivi citati: crisi umanitaria a Gaza, libertà di stampa violata e interferenza politica nella precedente edizione. La NPO garantirà solo accesso streaming alternativo per i fan.
3. Irlanda: la posizione resta irrevocabile
RTÉ ha definito la presenza irlandese « impossibile da giustificare moralmente ». L’emittente richiama l’uccisione di giornalisti e la negazione di accesso agli operatori internazionali. Nessuna partecipazione, nessuna trasmissione.
4. Slovenia: accusa diretta all’UER
RTV Slovenija ha dichiarato che l’Unione « ha fallito eticamente ». Ha ricordato che Gaza resta l’unico luogo al mondo dove il lavoro della stampa estera è impossibile. Lubiana sostiene che non è accettabile condividere il palco con uno Stato responsabile di crimini contro civili.
Una crisi che mina il futuro del concorso
Vienna 2026 nasce già mutilata e con un clima esplosivo. La spaccatura tra blocchi, le accuse di ingerenza politica e l’assenza di consenso interno mettono a rischio la stessa identità storica dell’Eurovision.
Fonti: RTVE/AVROTROS/RTÈ/RTVSLO