Irlanda pronta a dire addio all’Eurovision 2026 se Israele sarà in gara

La miccia era accesa da mesi, ma adesso arriva la conferma ufficiale: RTÉ, la tv pubblica irlandese, ha dichiarato che non parteciperà all’Eurovision Song Contest 2026 se Israele verrà incluso nella lista dei concorrenti.

La decisione, arrivata a pochi mesi dal 70º anniversario del concorso in programma a Vienna, rischia di aprire un fronte politico e mediatico senza precedenti.

RTÉ: “Sarebbe moralmente inaccettabile” 
In una nota diffusa oggi, il direttore generale Kevin Bakhurst ha usato parole durissime:
“Riteniamo che la partecipazione dell’Irlanda sarebbe inaccettabile alla luce dell’orrenda perdita di vite umane a Gaza. Siamo profondamente preoccupati anche per l’uccisione mirata di giornalisti, per il divieto imposto ai media internazionali e per la sorte degli ostaggi.”
Un messaggio che non lascia spazio a interpretazioni: se Israele resta, l’Irlanda se ne va.

l sostegno del governo e dei giornalisti 

Il ministro della Spesa Pubblica, Jack Chambers, ha dichiarato di “rispettare pienamente la decisione di RTÉ”, sottolineando come l’Irlanda sia rimasta “scioccata dagli omicidi di giornalisti che raccontavano il genocidio di Gaza”.

Anche il National Union of Journalists di Dublino ha applaudito la scelta, ricordando che già a maggio aveva chiesto al broadcaster di opporsi alla partecipazione di Israele. Per il sindacato, la posizione di RTÉ “riflette non solo l’opinione dei lavoratori dell’emittente, ma anche quella dell’opinione pubblica irlandese”.

La replica dell’EBU 

Il direttore dell’Eurovision, Martin Green, cerca di calmare le acque:

“Comprendiamo le preoccupazioni e le opinioni forti attorno al conflitto in Medio Oriente. Ogni emittente ha tempo fino a metà dicembre per confermare la propria partecipazione. Rispetteremo qualsiasi decisione.”

Tradotto: ognuno faccia come vuole, ma la patata bollente resta tutta nelle mani dell’EBU.

Eurovision tra musica e politica 

L’Irlanda ha partecipato al concorso dal 1965 e detiene il record di sette vittorie. L’anno scorso a Basilea era in gara con Emmy e il brano Laika Party.

Ora, però, lo spettro del boicottaggio rischia di rovinare la festa per i 70 anni di Eurovision. Con Slovenia, Spagna e Islanda già sul piede di guerra, il caso Israele sta trasformando quello che dovrebbe essere un festival musicale in una questione geopolitica.

Vienna, preparati: il 2026 rischia di passare alla storia non solo per le canzoni, ma anche per le defezioni.

Fonte:RTÉ

También te podría gustar...